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Spettacolo Teatrale “Meridiano Zero”
 
Notizia del 11/11/2014
 
Spettacolo Teatrale “Meridiano Zero”
 
Domenica 16 novembre ore 19:00 presso il Teatro San Francesco di Tortolì
 

Domenica 16 novembre 2014, ore 19:00, presso il teatro san Francesco a Tortolì ultimo appuntamento della rassegna teatrale Sguardi sul presente con lo spettacolo “Meridiano Zero”, di e con Marco Sanna e Francesca Ventriglia.
Si tratta dell’ultimo capitolo delle B-tragedies, trilogia shakespeariana trash, che questa volta si confronta con Otello. La formula, come nei due precedenti capitoli che hanno affrontato Macbeth e Amleto, è quella di far reagire fra loro il linguaggio alto di Shakespeare con forme espressive molto più basse, i dialetti, il karaoke, il voyeurismo tipico di certa stampa scandalistica, le barzellette. Il tutto per inseguire la deriva del concetto di popolare. Cosa è popolare? Come si fa ad essere popolari?
Soprattutto, si può essere popolari?
I personaggi sono ridotti a poveri relitti, svuotati di ogni consapevolezza, rifiutando essi stessi di voler sapere o conoscere i motivi per i quali si trovano ad agire su un palcoscenico. La storia è lasciata alle spalle, è data per scontata come è giusto che sia visto che si ripete da cinquecento anni.
Si parla dunque verso un pubblico dal quale si pretende che conosca a priori l'argomento di discussione. Parlare a chi conosce l'argomento, da modo di sottintendere la cronologia dei fatti, di tralasciare le cose meno importanti, di andare al nocciolo o magari divagare, perdersi nella discussione che diventa tramite per la creazione di un nuovo punto di vista. Otello e Desdemona non hanno mai smesso di ripetersi, al ritmo di uno ogni tre giorni dicono le statistiche ufficiali, 177 casi l'anno scorso solo nel nostro paese.
Uomini e donne travolti da un idea assolutistica dell'amore, o tutto o niente, sei mia/o o sei nulla, sei morto.
Eccoli qui, li immaginiamo perennemente sulla scena del delitto, in un percorso prestabilito, dove tutto è già successo e continua a succedere sempre uguale. Si moltiplicano dunque le morti e diventano un gioco, non per forza crudele, qualcosa che fa parte di quel particolare codice, di quel linguaggio segreto tipico dei rapporti di coppia. Si moltiplicano i fazzoletti, quel fazzoletto estrema prova di fiducia in Shakespeare.
Siamo a Cipro e non succede nulla, i turchi sono scappati, non c'è più nulla da fare a Cipro, eppure si rimane qui, fissi ognuno sulle sue posizioni per la paura che il fare qualcosa sconvolga l'ordine degli eventi, imponga un cambiamento.
Cipro è l'isola, il carcere, la casa, un luogo circoscritto dove rinchiudersi per preservare la propria intimità, la privacy, che è sempre in lotta con il resto del mondo, che è sempre più bella e profumata di quella degli altri. La verità è che lo star soli, uno di fronte all'altro, rende sempre più chiaro quanto si è comuni e banali, poco speciali.